3 marzo 2001
Cicconetti Vilma, di anni 38, molto bella e giovanile nell’aspetto, impiegata all’ufficio postale del ministero degli Esteri, una figlia di 14 anni, era rimasta vedova da un anno e mezzo
Cicconetti Vilma, di anni 38, molto bella e giovanile nell’aspetto, impiegata all’ufficio postale del ministero degli Esteri, una figlia di 14 anni, era rimasta vedova da un anno e mezzo. Di lei si era innamorato un Maurizio Spaventa di anni 40, suo collega di lavoro, uomo tranquillo e riservato con il quale si vedeva da qualche settimana. Nonostante la relazione fosse incominciata da poco, l’uomo le aveva chiesto più volte di andare a vivere insieme ma lei, ancora incerta e preoccupata di non turbare la figlia, gli dava sempre risposte vaghe che lo addoloravano. Sabato 7 agosto lo Spaventa la invitò a cena e ancora una volta le parlò della serietà dei suoi propositi di matrimonio: ottenuto l’ennesimo rifiuto alla proposta di convivenza, le mise le mani intorno al collo e la strangolò, poi restò tutta la notte davanti al cadavere finché, erano le 7 del mattino, tentò di suicidarsi tagliandosi le vene con una una lametta da barba ma siccome non moriva chiamò i carabinieri e si fece arrestare. In un appartamento di via Cherubini, quartiere Prima Valle di Roma.