3 marzo 2001
Carbone Davide, di anni 17. Bello, bruno, capelli a spazzola, semplice, allegro, tifoso del Milan, viveva a Belvedere, una frazione di Siracusa, con il padre netturbino, la mamma casalinga, i due fratelli più grandi, Luca e Giuseppe, entrambi imbianchini
Carbone Davide, di anni 17. Bello, bruno, capelli a spazzola, semplice, allegro, tifoso del Milan, viveva a Belvedere, una frazione di Siracusa, con il padre netturbino, la mamma casalinga, i due fratelli più grandi, Luca e Giuseppe, entrambi imbianchini. Dopo la licenza media aveva lasciato la scuola per lavorare con i fratelli, di sera scorazzava in motorino oppure chiacchierava in piazza con gli amici. Qualche tempo fa, per fare lo spiritoso, aveva sollevato la gonna di una quattordicenne e poi era andato in giro a vantarsi di averle visto le mutandine. Nel pomeriggio del 13 agosto un amico andò a prenderlo a casa col motorino e lo portò in un campo alla periferia di Siracusa, lì lo aspettavano il fratello della quattordicenne ”disonorata” e altri tre ragazzini che lo presero a calci e a pugni in faccia, sulla schiena e allo stomaco. Davide riuscì a rincasare, ma morì all’ospedale di Siracusa dopo tredici giorni di agonia.