Stefano Jesurum, Sette, n.36., 3 marzo 2001
Domenico Dolce, 41 anni, e Stefano Gabbana, 36, si sono conosciuti diciotto anni fa e da allora non si sono mai lasciati: «Neanche un giorno
Domenico Dolce, 41 anni, e Stefano Gabbana, 36, si sono conosciuti diciotto anni fa e da allora non si sono mai lasciati: «Neanche un giorno. Noi viviamo insieme 365 giorni all’anno, attaccati... E se non lo siamo fisicamente lo siamo con la testa». Capita che uno dei due dica: «Non ne posso più, ho bisogno d’aria, di leggermi un libro per i fatti miei», ma dura pochissimo, perché lontani proprio non ci sanno stare. «Avevamo, abbiamo ancora un’intesa rapidissima. Basta uno sguardo: si fa, via; non si fa, avanti un’altra idea. Sarà amore, sarà magia, a noi basta guardarci negli occhi per sapere che cosa pensa l’altro». Dolce: «Andiamo a Stromboli e c’innamoriamo della medesima casa, abbiamo voglia di mangiare quella granita e non un’altra...». Gabbana: «Cos’è l’amore in fondo? la combinazione d’una cassaforte: tutti i numeri si trovano nel punto giusto al momento giusto. E la cassaforte si apre». Il loro sogno irrealizzabile è una casa piena di bambini. Dolce, se potesse, adotterebbe un figlio, Gabbana invece avrebbe un po’ paura: «Vorrei un figlio mio, col mio seme. Ho anche pensato di affittare un utero, poi mi sono detto che l’avrei fatto unicamente per un bisogno personale. E non è giusto. Io sono un uomo, maschio, non potrei fargli da padre e da madre, e i bambini di questo hanno bisogno». Anche secondo Dolce bisogna rispettare le regole della natura: «Come c’è il giorno e c’è la notte, e la luce e il buio non sono mai cambiati, e dopo l’inverno viene la primavera, un figlio nasce dall’amore fra un uomo e una donna». Compensano la paternità mancata con la moda: «I nostri vestiti sono i nostri figli. Nella scala di valore, a parte noi due, c’è la nostra bambina, l’etichetta. A volte la gente confonde l’amore col sesso... Ciò che abbiamo fatto è il frutto dell’amore fra due persone che condividono l’amicizia, i sentimenti, il gusto dei mobili, una casa, l’apprezzare i colori di un fiore, il sapore delle piccole cose, di un piatto di spaghetti col pomodoro fresco, di una ceramica da mettere in salotto...». Disegnando hanno scoperto di essere complementari. Dolce, siciliano di Polizzi Generosa, in provincia di Palermo: «Sono scappato dalla Sicilia perché volevo qualcosa di diverso, e lui sognava quello da cui scappavo. Noi facciamo una moda mediterranea. Io rincorrevo il Nord, l’emancipazione, il nuovo, il moderno, ne avevo le palle piene di scialli e scialletti, del nero. E lui rincorreva il Sud, le tradizioni...». Gabbana: «Senza saperlo, lui cercava me e io cercavo lui». Dolce&Gabbana è innanzitutto una coppia: «In quella & commerciale ci siamo noi due, legati indissolubilmente». Gabbana: «Se lui per un motivo qualsiasi domani non ci fosse, io questo mestiere non lo vorrei più fare...». Gelosia? «Eh sì, tanta...».