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 1999  settembre 15 Mercoledì calendario

A fare assassinare Morini, dice l’ordinanza di custodia, sono stati una brava coppia di imprenditori, due lombardi doc che qualche anno prima erano finiti nelle sue grinfie

A fare assassinare Morini, dice l’ordinanza di custodia, sono stati una brava coppia di imprenditori, due lombardi doc che qualche anno prima erano finiti nelle sue grinfie. Lei, Angela Pomati, milanese; lui, Adriano Reccagni, bresciano. Insieme gestivano un’autorimessa con noleggio. Alle prime difficoltà Morini li aveva diligentemente spolpati, poi aveva fatto di loro i suoi tirapiedi e prestanome. I due bravi avevano finto di stare al gioco. Insieme a Morini avevano avviato un’altra rimessa con noleggio, la Greyhound: ben avviata, franchising dell’Avis, rapporti d’affari con questura e tribunale. Gli vivevano accanto, giorno dopo giorno, e intanto meditavano la vendetta montando i pezzi di un piano straordinario: farlo assassinare pagando i killer con i suoi stessi soldi, con i proventi dell’usura che Morini in parte parcheggiava in contanti in una banca grazie ad un direttore compiacente, in parte stivava in cassette blindate sparse tra le sue case. Per avere ucciso Morini usando i suoi soldi, oggi i due mandanti sono accusati anche di appropriazione indebita: ma, dal punto di vista del conto finale, cambia poco.