Giuseppe Montesano, Diario, 25/08/1999., 25 agosto 1999
Friedrich Nietzsche si innamorò della sua discepola Lou Salomé, temperamento insofferente e spregiudicato
Friedrich Nietzsche si innamorò della sua discepola Lou Salomé, temperamento insofferente e spregiudicato. I due erano capaci di chiacchierare fino a dieci ore al giorno («Ci stiamo uccidendo a furia di conversare», scrisse il filosofo in una lettera), ma la loro passione ingelosiva e indignava la madre e la sorella di lui, Elisabeth, che si lamentò in una lettera della loro «folle amoralità»: «Fritz è come i suoi libri», «Lou dice cose così indecenti da far rizzare i capelli». Ciononostante ammetteva che lei, «personificazione dei libri di mio fratello», era capace di eccitarlo come nessun’altra donna. La madre del filosofo non prevedeva che tre soluzioni: «O la sposa, o si spara o impazzisce». Vinto dalle loro pressioni Nietzsche finì per rompere con Lou, che ai suoi occhi divenne «sudicia e senza seno». Presto però fu assalito da rimorsi: «Questo conflitto mi avvicina a poco a poco alla follia... Questa sera prenderò tanto oppio da perdere la ragione... Che Lou sia un angelo misconosciuto? Che io sia un asino misconosciuto? In opio veritas: viva il vino e l’amore». Nella sua corrispondenza l’estremo rimpianto: «A me lei manca, perfino coi suoi difetti», e la ribellione contro la madre e la sorella che non l’avevano mai capito: «Ma non avete dunque idea della ripugnanza che debbo vincere al pensiero di avere una parentela così stretta con persone come voi?». Prima che Nietzsche impazzisse del tutto (a Torino si buttò al collo di un cavallo picchiato dal suo padrone chiamandolo fratello), Lou disse di lui: «Sembra quasi che, dalla segreta oscurità del manicomio, il suo spirito si affacci ancora con un’opera, sia pure una gigantesca smorfia».