Francesco Battistini, Corriere della Sera, 30/09/1999, 30 settembre 1999
Pina ha un bambino... «La fine, per me, è stata quand’è nato. A dicembre. In ospedale non gliel’hanno fatto vedere, se l’è fatto portare via
Pina ha un bambino... «La fine, per me, è stata quand’è nato. A dicembre. In ospedale non gliel’hanno fatto vedere, se l’è fatto portare via. Neanche la madre, sa fare! Morire, doveva! Morire d’epatite!». Al bambino invece Pina pensava, quando non sognava la ”spada” da farsi. Ed era crollata, dice un’assistente della Caritas, suor Sonia Mondonico, appena gliel’avevano tolto. Racconta Piero, al bar Cattaneo: «Entrava a comprare caramelle, gomme per l’alito. Poi diceva che andava di fretta, perché doveva allattare il figlio. Ma qui lo sapevano tutti che il figlio era già stato affidato a un’altra famiglia». «Il bambino è finito a Voghera - aggiunge una vicina, la signora Moroni -. Un mese fa ho trovato Pina che piangeva, sulle scale. Lo voleva vedere». Impossibile. Anche un altro ragazzo di 11 anni, figlio di Fernando, è in un istituto. E mesi fa il tribunale ha diffidato la coppia: guai se li avvicinate. Del resto, i due vivevano solo per la ”roba”. E la catapecchia di Mazzo, che un tempo era un magazzino dei marchesi Del Pozzo e dall’88 è occupata abusivamente (solo quest’estate il Comune ha preteso un affitto: 160 mila al mese), non è il luogo per crescere figli: ci piove dentro, spesso è senza luce e acqua, nel cortiletto i topi zigzagano tra lavatrici arrugginite, bombole bucate e mucchi di spazzatura. Una periferia ideale per Citto Maselli e qualche scena di Storia d’amore. Anni-luce, dalla Milano moquettata di largo La Foppa dov’è morta Marcella Miniati: «Non so neanche dov’è - ammette una cognata di Pina -. Sa, il nostro mondo finisce qui».