Carlo Vulpio, Corriere della Sera, 01/10/1999, 1 ottobre 1999
Non mangia e non dorme da quattro giorni, Giovanni Pucci, e quando ripercorre i momenti più brutali del suo delitto invoca per se stesso la morte
Non mangia e non dorme da quattro giorni, Giovanni Pucci, e quando ripercorre i momenti più brutali del suo delitto invoca per se stesso la morte. «Una buona morte, rapida e silenziosa. La morte che speravo di trovare la notte in cui uccisi Maria». Pucci chiama la dottoressa Monteduro sempre per nome, «Maria». Ma ripete: «Non la conoscevo, era la prima volta che la vedevo. No, non ne ero innamorato. E non volevo nemmeno rapinarla, o violentarla». Ma allora perché lo ha fatto? «Non lo so nemmeno io. Ma non è una giustificazione. So che devo pagare e pagherò... che quella notte, in quell’ambulatorio, mi auguravo di trovare un paio di medici, che alle mie richieste e provocazioni mi riempissero di botte e mi ammazzassero. E invece c’era Maria, così disponibile, attenta, paziente». Sta dicendo che ha ucciso Maria perché l’ha trattata con umanità? «No. Voglio dire che io ero ”strafatto” di roba, l’avevo acquistata a Lecce poche ore prima; sono andato all’ambulatorio di Gagliano perché gli spacciatori mi avevano spaccato il labbro. Sì, ho dato false generalità, ma questo non c’entra con quel che è successo dopo, quando mi sono trasformato in una belva...ª