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 1999  ottobre 01 Venerdì calendario

Perché quando Maria nomina suo padre lei la uccide? «Non voglio dare a mio padre la colpa dell’omicidio che ho commesso

Perché quando Maria nomina suo padre lei la uccide? «Non voglio dare a mio padre la colpa dell’omicidio che ho commesso. Lui per me ha fatto tutto quello che un padre può fare per un figlio. Ma non c’era mai quando avevo bisogno di lui, quando sono caduto nella trappola della droga e per ”farmi” ho cominciato anche a rubare... Poi sono cominciati i conflitti, i litigi, e i miei problemi venivano affrontati da lui soltanto con le minacce di punizione. Ma forse meglio di così lui, grande lavoratore, uomo onesto, non era in grado di fare. E io ho vissuto questi anni come un uomo solo, emarginato. Ma non erano gli altri a rifiutarmi, ero io a isolarmi, e a rifugiarmi nella droga». Ma l’anno scorso suo padre è tornato dall’Egitto apposta per lei, le ha anche aperto una pescheria in paese... «Sì, ma non è andata bene. Per colpa mia, forse, ma anche perché non era un lavoro per me. Dopo quel fallimento, mio padre si è ”arreso” ed è tornato a lavorare all’estero. A me restavano soltanto mia madre, la cara e dolce mamma, ”debole” come tutte le madri, mio nonno, don Serino il prete del paese, e la dottoressa Anna Toma, del Sert (il centro di recupero tossicodipendenti). Non ho amici, ho sempre lavorato all’estero, e queste sono le uniche persone che si son prese cura di me». Perché è scappato in Kazakistan? «Non sono scappato. La ditta Renco mi ha richiamato ad Alma-Ata, in giugno, perché lì avevo un lavoro importante (come suo padre, Giovanni Pucci è un tecnico specializzato nel settore elettrico, n.d.r.), controllavo undici cantieri ed ero rispettato persino dall’ambasciatore italiano. E poi perché là c’è la mia fidanzata». Alla sua ragazza ha detto ciò che ha fatto? «No. Lei sa solo che da quel giorno non mi drogo più. Ma non sa perché. Glielo dirà mia madre. Spero che venga a trovarmi lo stesso».