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 2001  marzo 05 Lunedì calendario

Theo Van Gogh, fratello del pittore Vincent, si innamorò di Jo Bonger la prima volta che la vide. Ospite del fratello di lei, Andries, da cui era andato a trascorrere le vacanze nell’agosto 1885, quella volta non riuscì a dichiararsi e dovette tornare tre estati di seguito per trovare il coraggio di chiederla in moglie

Theo Van Gogh, fratello del pittore Vincent, si innamorò di Jo Bonger la prima volta che la vide. Ospite del fratello di lei, Andries, da cui era andato a trascorrere le vacanze nell’agosto 1885, quella volta non riuscì a dichiararsi e dovette tornare tre estati di seguito per trovare il coraggio di chiederla in moglie. Rifiutato da Jo, già promessa in sposa a un altro, le scrisse al ritorno a Parigi senza ricevere risposta: «Il mio soggiorno ad Amsterdam è volato via come un sogno. Non capisco perché mi sentivo così strano. Forse perché il desiderio che portavo in cuore da così tanto tempo si era finalmente avverato, e mi trovavo sulla soglia di una vita completamente nuova?... Per anni avevo vagato in solitudine, poi finalmente pensai di aver trovato ciò che cercavo, ma solo per rimanere deluso». I due si incontrarono per caso a Parigi nel dicembre dell’anno dopo e nel giro di pochi giorni decisero di sposarsi. In una lettera del 14 marzo 1889 Theo descrisse alla fidanzata l’appartamento in cui sarebbero andati a vivere dopo il matrimonio: «Avremo un piccolo nido accogliente, e ci sono così tanti quadri che possono essere ottimi amici con cui vivere. ... Nel salone ci saranno soprattutto quadri di Vincent, con cornici bianche molto semplici». Nato il primo figlio, chiamato Vincent, la loro serenità fu turbata dal suicidio del pittore, che si sparò un colpo di pistola al ventre: «Non è per niente strano che io fossi così nervoso e irrequieto la settimana scorsa, era come se presentissi che stava per succedere qualcosa. Mi parlava così amabilmente, e continuava a chiedermi notizie di te e del piccolo, dicendo che tu non dovevi avere nemmeno un vago sospetto di tutta l’infelicità della vita. Te lo ripeto, non farti turbare troppo, potrebbe non farti bene. Sta’ tranquilla, me la caverò, qualunque cosa succederà, dopo tutto ci sei tu per cui vivere».