5 marzo 2001
«Non è cattivo, ma quando beve diventa un disastro», spiega la mamma. «Sarà anche vero che non è cattivo, per carità, ma ogni tanto verrebbe voglia di ammazzarlo», precisa la sorella
«Non è cattivo, ma quando beve diventa un disastro», spiega la mamma. «Sarà anche vero che non è cattivo, per carità, ma ogni tanto verrebbe voglia di ammazzarlo», precisa la sorella. E tutto per colpa dell’alcol. Quel maledetto viziaccio che gli ha rovinato la vita. «Ha cominciato quando aveva quarant’anni», raccontano le due donne. «A dire il vero, è sempre stato un tipo un po’ difficile. A volte allegro e disponibile, a volte cupo e scorbutico. Però qualche lavoretto lo faceva. L’imbianchino, il muratore, il facchino. E poi il pizzaiolo. E proprio in cucina, si è ferito a un braccio e ha rimediato un’invalidità del 22%. Prende una pensioncina di duecentomila lire al mese». A portarlo sulla strada del bere, a un certo punto, un lungo periodo di disoccupazione. «Ma anche le cattive compagnie» precisa la sorella. «Si è messo a frequentare dei balordi e pure lui è diventato un mezzo delinquente. Quando è ubriaco, gli fanno fare qualsiasi cosa. Ma fino a oggi, non aveva mai combinato pasticci grossi». Al massimo, qualche colpetto. Come quella volta che un amico gli aveva chiesto un prestito perché voleva un trapano. L’Alfredo non ci ha pensato due volte. entrato in un negozio, ha preso quell’attrezzo ed è uscito. L’hanno beccato subito. Mica l’aveva pagato. «Un fesso, un fesso...», scuotono il capo le due donne. Un fesso pure un po’ sfigato. Vista la sua ultima performance.