Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1999  ottobre 14 Giovedì calendario

Ma anche un buono. A modo suo... «Quando gli capita di avere dei soldi in tasca, è l’uomo più generoso del mondo

Ma anche un buono. A modo suo... «Quando gli capita di avere dei soldi in tasca, è l’uomo più generoso del mondo. Sempre pronto a offrire, a regalare e anche a far del bene», giura la mamma. E da qualche tempo, un po’ di lire in tasca le aveva. Un nuovo lavoro, come aiutante per un’associazione che si occupa dell’assistenza agli handicappati. Ottocentomila al mese. «Appena ha avuto lo stipendio, ha cominciato a bere come una spugna. Peccato, perché di recente sembrava aver ridotto i bicchieri», mugugna la sorella. Pensando a una speranza andata delusa. Per l’ennesima volta in 10 anni di inferno. Anche se fin qua, l’Alfredo non era mai stato violento. Ma un balordo di mezza tacca. Che vive ancora con la madre. In un appartamentino, in una casa popolare verso San Siro. In via Abbiati. «Una convivenza tutto sommato tranquilla. Quando è in casa non crea problemi. Al massimo, quando torna ubriaco vuole che tutte le luci siano spente. E io me ne sto seduta al buio», racconta la mamma. «Ma è per quello che combina fuori, che noi siamo in angoscia», interviene la sorella. Mentre l’Alfredo se ne sta in una cella di San Vittore. Magari con qualche dubbio pure lui. Sulla sua vita. Da bravo ragazzo diventato pecora nera.