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 1999  ottobre 28 Giovedì calendario

La gente del futuro ha un’altra visione del mondo. Questa è la nuova vita, questa la nuova morte

La gente del futuro ha un’altra visione del mondo. Questa è la nuova vita, questa la nuova morte. Yoshihisa Mura, 42 anni, tecnico, dice che tutta la città «è andata in processione a ringraziare i 18 che sono entrati dentro. Ma loro non hanno fatto quello per distruggere tutto questo. L’hanno fatto per salvarlo». E Mika Marutomi ricorda che «in questo villaggio siamo abituati a vivere con la paura, è già successo altre volte. Un mese fa è stato solo peggio. Però, non c’è altro da fare, perché è questo che ci dà da vivere». Così, la gente ha cominciato a rientrare, appena hanno riaperto la stazione e appena cessato l’allarme, 20 giorni fa. Hanno spalancato le case affacciate sulle fabbriche e sulle ciminiere. Hanno riportato i loro bambini. [...] Una, Hisami Kawasaki, raccontava con stupore ai giornalisti: «I miei genitori sono stati controllati con quell’aggeggio che misura la radioattività». Eppure, in questo mondo gli alieni siamo noi. A Tokaimura succede la stessa cosa che è successa a Cernobyl, quando tre anni dopo i contadini volevano tornare ai loro campi, alle loro case. C’erano gli animali che nascevano deformi con delle strane cose al posto degli occhi, dei maiali con delle facce da rana, delle mucche senza collo, senza ano. Alle donne era stato chiesto di non procreare. Però, volevano tornare tutti alla loro terra sporca di cenere nera, a guardarsi le galline senza gambe e i conigli senza occhi. Keito mangia tranquillamente la verdura cruda, si chiama «renkon». Hishashi Ouchi, uno dei feriti di Tokaimura, sopravvive con le trasfusioni di sangue dal cordone ombelicale dei neonati. Glielo dico: «Gli mancano milioni di cellule del sangue». Keito fa cenno di sì, «ah-ah». Altri due colleghi suoi sono conciati così. E altri 3 pompieri. E poi ci sono i 18: «Sì, hanno assorbito delle radiazioni», ha ammesso Nakahara. Se vivranno, dovranno passare la vita a guardarsi il sangue. Davvero è giusto, è normale, tutto questo? Eppure Keito prima di portarci dall’uomo senza nome disse solo così: «Siete voi che rovinate la vita a quei 18. Ma perché?».