Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1999  ottobre 21 Giovedì calendario

Luigi Pirandello poneva fine alle furiose liti con la moglie malata di mente abbracciandola e gettandola sul letto per fare l’amore

Luigi Pirandello poneva fine alle furiose liti con la moglie malata di mente abbracciandola e gettandola sul letto per fare l’amore. Fino a quando lei non fu internata in una casa di cura l’atmosfera in famiglia fu terribile e i figli, Stefano, Fausto e Lietta ne rimasero traumatizzati. Lietta, molto attaccata al padre, fu accusata dalla madre di incesto e per questo tentò il suicidio. Il ricordo di una scenata negli appunti di Fausto, il figlio che da grande fece il pittore: «Furiosamente mi dimeno sul mio cavallo a dondolo. Smaltisco così l’ansia. Mio padre, costernato di furia, è un essere colossale. Spalancando la porta mi vede, m’addita, mi fa ”Caino!”, con occhi terribili: e via. Dall’altra parte mia madre singhiozza [...]. Io tra di me, sfinito dall’orgasmo, mi limito a pensare: ”Io Caino gioco!”. Sono ormai fuori dal mondo: nessuno mi sculaccia. Sono oltre i limiti del punibile: la famiglia che è tutta la mia società mi rigetta».