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 1999  settembre 29 Mercoledì calendario

Debora Caprioglio, che a diciassette anni ebbe una storia d’amore con l’attore tedesco Klaus Kinski, all’epoca sessantenne, dice di non essersi mai pentita di quella passione giovanile: «Ero molto matura, non potevo accontentarmi delle esperienze che andavano bene alle mie coetanee

Debora Caprioglio, che a diciassette anni ebbe una storia d’amore con l’attore tedesco Klaus Kinski, all’epoca sessantenne, dice di non essersi mai pentita di quella passione giovanile: «Ero molto matura, non potevo accontentarmi delle esperienze che andavano bene alle mie coetanee. I discorsi dei diciottenni, tutti brufoli e canzonette, non mi interessavano, già allora ero convinta che solo un uomo maturo avrebbe potuto capirmi e guidarmi nella formazione umana e culturale». I due si incontrarono per la prima volta nell’84, in un ristorante di Venezia: «Lui era a un tavolo accanto al mio e non mi tolse mai gli occhi di dosso. E anch’io ero incantata da quella sua faccia strana, da quegli occhi chiari così penetranti. Già dal primo impatto la nostra storia si profilava per quello che poi si rivelò: un’attrazione magica, segnata dal destino, che io sentivo di voler vivere a qualsiasi costo». Alla fine del pranzo il proprietario del ristorante, amico di lei, li presentò: «Ben presto mi chiese di andare a vivere con lui a Roma, dove abitava in quel periodo. Accettai, pur sapendo che avrei dovuto affrontare l’ira dei miei genitori... Per un anno non parlammo mai di lavoro, poi mi chiese di recitare con lui nel film Paganini, uno dei suoi tanti eroi dannati... Gli devo quindi il mio debutto cinematografico e il mio primo cognome d’arte, Debora Kinski... Non mi sono mai sentita violentata né fisicamente né psicologicamente. Con Klaus ho vissuto un’esperienza sconvolgente dal punto di vista emotivo, ma per mia scelta e riuscendo a dominarla. Ho saputo dare ma anche prendere, ed oggi non sarei la donna che sono se non fossi ”cresciuta” accanto a un uomo tanto più grande di me, eccessivo in tutto, ma intelligentissimo, ironico e colto». Nessuno dei suoi corteggiatori le aveva mai parlato di Goethe, di Shakespeare o di Tolstoj: «Mi insegnò ad amarli come se fossero vivi accanto a noi, pronti a illuminarci con la loro arte. Mi rispettò sempre, non mi coinvolse nei suoi vizi... In casa nostra non ci furono mai amicizie pericolose, ma molte serate a due in cui me ne stavo per ore ad ascoltare Klaus che recitava i versi dedicati da Romeo a Giulietta e lui diventava ai miei occhi bello e giovane come un romantico menestrello. Per poi cambiare pelle quando, annebbiato da una folle gelosia, mi coinvolgeva in avventure incredibili. Bastava che un uomo mi sfiorasse con lo sguardo per fargli perdere il controllo dei nervi». La Caprioglio, che non si sentì mai «la schiava» di Kinski, lo lasciò quando comprese che era giunto il momento di «volare con le mie ali, lontano da una presenza troppo schiacciante». Dopo di lui ebbe un paio di relazioni, sempre con uomini più maturi. Adesso ha un nuovo compagno, Geppy Gleijeses, attore e regista, 40 anni: «La nostra è una storia fresca, appassionata, basata anche sul piacere della creatività. So che in amore è incauto fare programmi a lunga scadenza, ma spero che il sentimento da cui siamo uniti duri nel tempo».