Francesco Sforza su La Stampa del 5/3/2001 a pagina 5., 5 marzo 2001
Saddam Hussein ha iniziato la costruzione della «madre di tutte le moschee»: sorgerà sulle rive del Tigri in uno spazio lungo 780 metri e largo 400 (prima c’era l’aeroporto Al-Muthana, abbattuto durante la guerra del Golfo) occuperà 33 ettari (circa 45 campi di calcio) e avrà otto minareti alti 280 metri su una base di 400 metri quadrati, i più alti del mondo (Saddam ha dichiarato che saranno a forma di fucile, acuminati e lunghissimi, «il più vicino possibile all’Onnipotente»)
Saddam Hussein ha iniziato la costruzione della «madre di tutte le moschee»: sorgerà sulle rive del Tigri in uno spazio lungo 780 metri e largo 400 (prima c’era l’aeroporto Al-Muthana, abbattuto durante la guerra del Golfo) occuperà 33 ettari (circa 45 campi di calcio) e avrà otto minareti alti 280 metri su una base di 400 metri quadrati, i più alti del mondo (Saddam ha dichiarato che saranno a forma di fucile, acuminati e lunghissimi, «il più vicino possibile all’Onnipotente»). Per la moschea non verrà usato marmo, come di solito, ma una speciale ceramica bianca e azzurra: «Saddam vuole qualcosa di diverso, di più esclusivo, di assolutamente unico al mondo» ha detto l’architetto francese Jacques Barrière, l’unico non musulmano tra i dieci coinvolti nel progetto. Si potranno ospitare 40 mila credenti, che disporranno anche di una biblioteca, una scuola coranica, e una casa per gli studenti (ognuna di queste costruzioni sarà coronata da una cupola d’oro). Il costo complessivo dell’opera è di circa 12 miliardi di marchi (12 mila miliardi di lire). A chi, come Sabrina Vogt di Amnesty International, fa notare che il popolo iracheno è uno dei più poveri del mondo (il reddito pro capite è sul milione e mezzo di lire all’anno) e che bisognerebbe sfamare e curare i bambini anziché «soddisfare il delirio di onnipotenza di un pazzo», Saddam risponde che «l’eternità non ha prezzo».