6 marzo 2001
Finizio Carmela, di anni 18. Commessa in una salumeria, confusa, volubile, rotondetta, andava sempre in giro in minigonna e zatteroni, coi capelli tinti di rosso e gli occhi truccati di nero
Finizio Carmela, di anni 18. Commessa in una salumeria, confusa, volubile, rotondetta, andava sempre in giro in minigonna e zatteroni, coi capelli tinti di rosso e gli occhi truccati di nero. Viveva in una vecchia casa di Giugliano, Napoli, col padre Vincenzo, operaio in un calzaturificio, la mamma Letizia, obesa, a cui regalava cioccolatini, due sorelle più grandi, Anna e Antonella. Qualche mese fa aveva rotto col fidanzatino Pasquale, da allora frequentava un gruppo di quarantenni e diceva di essere felicissima perché quelli la portavano in giro per locali e le avevano fatto conoscere il mondo della notte. Verso le nove della sera di lunedì 31 gennaio telefonò ai genitori dal Plaisir, un locale di Mugnano, rassicurandoli che stava mangiando un gelato e che sarebbe tornata a casa di lì a qualche ora. Invece, verso le quattro e mezzo di notte, salì su una Fiat Regata grigia targata Roma, d’un tratto il conducente parcheggiò, le strappò la gonna, la accoltellò quindici volte in petto, alla gola, al pube, e la scaricò sotto un cavalcavia. Il corpo, col braccio alzato nel tentativo di difendersi, fu trovato lungo la Tangenziale per Caserta, di solito frequentata da prostitute, a cento metri da un allevamento di bufale.