6 marzo 2001
Cristina, di anni 14. Bionda e slanciata, scolara coscienziosa, sognava di fare l’estetista. Figlia di contrabbandieri di sigarette, due fratelli più piccoli, litigava di continuo col ragazzo, un Antonio di tre anni più grande, da poco assunto come operaio in un calzaturificio
Cristina, di anni 14. Bionda e slanciata, scolara coscienziosa, sognava di fare l’estetista. Figlia di contrabbandieri di sigarette, due fratelli più piccoli, litigava di continuo col ragazzo, un Antonio di tre anni più grande, da poco assunto come operaio in un calzaturificio. La sera di venerdì 28 gennaio si alzò da tavola di buon umore e disse di volersi coricare presto perché l’indomani era in programma, con tutta la famiglia, una gita fuori porta. Invece si chiuse in camera, scrisse ai genitori e al fidanzato di amarli ma di essere stanca, aprì la finestra e si buttò dall’undicesimo piano. A Scampìa, quartiere degradato di Napoli, in via Baku, Lotto W, isolato K.