Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  marzo 07 Mercoledì calendario

Národní listy, 6 giugno 1924 Nel sanatorio di Kierling presso Klosterneuburg nei dintorni di Vienna è morto l’altro giorno il dott

Národní listy, 6 giugno 1924 Nel sanatorio di Kierling presso Klosterneuburg nei dintorni di Vienna è morto l’altro giorno il dott. Franz Kafka, scrittore di lingua tedesca vissuto a Praga. Qui lo conoscevano in pochi perché era un individuo solitario, un uomo sapiente, spaventato dal mondo. Da anni era affetto da una malattia polmonare e sebbene la curasse, tuttavia consapevolmente la nutriva e incoraggiava col pensiero. Quando l’animo e il cervello non riescono più a tollerare il peso, scrisse una volta in una lettera, i polmoni se ne addossano la metà, affinché esso perlomeno sia meglio distribuito. Così fu anche per la sua malattia. Essa gli conferiva una delicatezza quasi stupefacente, un raffinamento d’ingegno del tutto alieno da compromessi; ma lui, l’uomo, aveva scaricato sulla malattia tutta la propria angoscia intellettuale. Era timido, timoroso, delicato e buono, ma i suoi libri sono crudeli e dolorosi. Nel mondo scorgeva invisibili demoni, che straziano e distruggono l’essere umano indifeso. Era troppo perspicace, troppo saggio per poter vivere, troppo debole per lottare, debole come lo sono le creature nobili, belle, che non sono capaci di accettare la lotta contro la loro paura dell’incomprensione, della mancanza di bontà, della menzogna intellettuale, poiché sin dal principio sono coscienti della loro fragilità e nella sconfitta umiliano l’avversario. Conosceva gli uomini, come solo un essere di grande sensibilità nervosa è in grado di conoscerli, un essere solitario, che da un unico sguardo, quasi profeticamente comprende l’altro. Conosceva il mondo in modo insolito e profondo, era lui stesso un mondo straordinario e profondo. Scrisse i libri più significativi della letteratura tedesca contemporanea; in essi si esprime la lotta dell’attuale generazione, e tuttavia non sono mai tendenziosi. Essi sono autentici, nudi e dolenti, a tal punto, che anche quando si esprimono per simboli essi rimangono quasi naturalistici. Sono pervasi dall’ironia asciutta e dal sensibile stupore di un uomo che aveva compreso a tal punto il mondo da non poterlo sopportare e che doveva morire se non voleva come gli altri rifugiarsi nei compromessi o nei più nobili equivoci della ragione o dell’inconscio. Il Dr. Franz Kafka ha scritto il frammento Der Heizer (Il fochista) pubblicato in ceco dall’editore Neumann nella rivista ”Cerven”, primo capitolo di un romanzo meraviglioso e ancora inedito, Das Urteil (La condanna), che tratta del conflitto tra due generazioni, Die Verwandlung (La metamorfosi), il libro più potente della letteratura tedesca contemporanea, Die Strafkolonie (La colonia penale) e gli abbozzi Betrachtung (Meditazione) e Landarzt (Medico di campagna). Il manoscritto dell’ultimo romanzo Vor dem Gericht (Di fronte al tribunale) è da anni pronto per la stampa. Si tratta di uno di quei libri che, una volta letti, lasciano in noi l’impressione di un mondo a tal punto compreso nella sua totalità da rendere superfluo ogni commento. Tutti i suoi libri descrivono l’orrore di misteriose incomprensioni, di colpe immeritate diffuse fra gli uomini. La sua coscienza di uomo e artista era a tal punto affinata da consentirgli di penetrare anche laddove gli altri, sordi, ritenevano di essere al sicuro. Milena Jesenská Nel 1920 Milena Jesenská, ventiquattrenne, incontra un certo Franz Kafka, di tredici anni più vecchio, autore di alcuni racconti che lei vorrebbe tradurre dal tedesco. Fra i due inizia una relazione. Prima di morire lo scrittore le affida i manoscritti della sua opera, quasi tutta inedita, pregandola di non mostrarli a nessuno. Lei, invece, li consegna all’amico comune Max Brod che li farà pubblicare.