7 marzo 2001
Stefano Del Carlo, 26 anni, ricercatore, convive con Denise, a Torre del Lago (Lucca). Intelligente, esuberante, fin dai tempi del liceo è legato al timido compagno di classe Guido Degl’Innocenti, con cui passa ore a discutere dei neoplatonici
Stefano Del Carlo, 26 anni, ricercatore, convive con Denise, a Torre del Lago (Lucca). Intelligente, esuberante, fin dai tempi del liceo è legato al timido compagno di classe Guido Degl’Innocenti, con cui passa ore a discutere dei neoplatonici. Guido ha interessi più comuni, lo sport, le scommesse sulla F1. Anche Stefano è sportivo (solleva pesi, guida potenti moto Ducati), ma vive soprattutto di libri. Nel ’97 contrae una malattia degenerativa del cuore, un virus rarissimo. «In Europa ce l’abbiamo in due, io e uno che sta in Svezia». Non può più guidare la sua Ducati: a star piegato gli si spezza il respiro. L’unica speranza è il trapianto, ma vivere col cuore di un’altro lo terrorizza. Fa testamento e pensa al suicidio. Martedì 23 maggio dice alla fidanzata che va a Pisa, invece si fa portare a Lucca da Guido. Mangiano insieme, poi, in un prato vicino alla pieve romanica di Monte Catino, convince l’amico a iniettargli insulina, quattro volte, una morte dolce, indolore. « stato un vero atto d’amore», dice la madre Eliana, al ritorno dal funerale. Guido rischia da sei a quindici anni per omicidio del consenziente.