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 2001  marzo 07 Mercoledì calendario

Nel Foglio ”rosa” del 29 maggio 2000 si segnala la pratica Dumas-De Beauvoir. Laddove, avendo sorpreso la moglie a letto col bel Roger, lo scrittore «rimboccò loro le coperte e passò il resto della notte a scrivere nella stessa stanza»

Nel Foglio ”rosa” del 29 maggio 2000 si segnala la pratica Dumas-De Beauvoir. Laddove, avendo sorpreso la moglie a letto col bel Roger, lo scrittore «rimboccò loro le coperte e passò il resto della notte a scrivere nella stessa stanza». Ma quando mai! Quella notte pioveva a dirotto e faceva un freddo birbone. Alexandre, invitato alle Tuileries, se ne uscì di casa in marsina e cilindro. Abitando a due passi, non volle servirsi del fiacre, e mal glie ne incolse. Giunse infatti a palazzo bagnato fradicio e siccome teneva all’’immagine”, non volendo mostrarsi al tout Paris in quelle miserevoli condizioni, fece demi tour ovverosia dietrofront. Nel frattempo la sua signora, contando sul fatto che mai nessuno aveva disertato un ricevimento dell’Empereur e meno che mai il vanesio Alexandre, se la spassava ben bene con l’amante Roger de Beauvoir, all’uopo convocato.  ben vero, pertanto, che Dumas sorprese la coppia mentre commetteva l’atto impuro. Ma non rimboccò coperte od altro, nossignore. Racconta Horace de Vieil Castel, fonte attendibilissima, che Dumas dapprima s’adirò. Poi, indirizzando un ”brutta puttana” alla volta della sua gentile consorte, volse le spalle alla coppia in estro ritirandosi nel boudoire, intenzionato a scrivere o comunque a occupare la mente, distraendola dai cattivi pensieri. Ma era zuppo e, non avendo la servitù alimentato i camini, rabbrividiva. L’unica stanza riscaldata, e non solo dalle vampe erotiche dei due amanti, era quella da letto. Cosìcche Alexandre vi tornò, borbottando: « pur sempre casa mia». S’accomodò in poltrona, allungò le gambe davanti al fuoco, prese un libro, leggiucchiò nel mentre che i due, non precisamente a proprio agio, limitavano le effusioni a qualche carezza, magari ardita, ma sottratta alla vista dal piumaccio e sovracoperta in damasco color lilla. Al dunque: anche il caminetto della chambre a coucher finisce per spegnersi. Il freddo si fa sentire e insieme a quello il sonno. Dumas rompe gli indugi, si cava i panni di dosso e si infila nel letto. Al caldo. Lì, afferrata la mano di de Beauvoir la pone, con la sua, sulla natura della sconcertata ma al tempo istesso lusingata moglie fedifraga. «Roger, amico mio», disse allora e memorabilmente Dumas, «giuriamo, qui, sulla partie pechante, di rimanere, nonostante tutto, amici. Ed ora, per favore, dormiamo». Così andarono le cose. Nemmeno Vieil Castel seppe dire se e chi dormì, quella notte. Ma quella è un’altra storia. Paolo Granzotto