Viviano Domenici e Angela H. Schuster sul Corriere della Sera del 4/3/2001 a pagina 29., 4 marzo 2001
Il professor Farouk el-Baz dell’Università di Boston ha ipotizzato che per realizzare le sfingi e le piramidi gli artisti egiziani si siano ispirati ad alcune rocce del deserto occidentale
Il professor Farouk el-Baz dell’Università di Boston ha ipotizzato che per realizzare le sfingi e le piramidi gli artisti egiziani si siano ispirati ad alcune rocce del deserto occidentale. Secondo lo studioso, tremila anni fa tribù nomadi occidentali cominciarono a migrare a est per sfuggire alla progressiva desertificazione del «Sahara verde» (il territorio che per centinaia di anni era stato coperto da laghi e foreste). I nomadi attraversarono territori in cui l’erosione dei venti aveva attaccato grandi banchi calcarei, modellando nella roccia migliaia di piramidi e leoni. Quelle forme innaturali li indussero a supporre che si trattasse dell’opera di una potenza divina: giunti nella Valle del Nilo, cercarono di riprodurle, sfruttando i banchi di calcare della piana di Giza.