7 marzo 2001
Pendolino Anna Maria, di anni 36, visetto angelico, carattere fragile, figlia borghese di un avvocato di Liberi, Caserta
Pendolino Anna Maria, di anni 36, visetto angelico, carattere fragile, figlia borghese di un avvocato di Liberi, Caserta. Una villetta a due piani nella vicina Arbusti, un marito conosciuto al liceo, Mastroianni Antonio, di anni 43, impiegato alla Nato di Agnano. Tre figlie: Miriam, di anni 6, Nadine, di anni 3, Ginevra, di mesi 11. Laureata in Lettere e Filosofia, impeccabile maestra d’asilo fino a due anni fa, in crisi depressiva dall’ultima gravidanza, da qualche tempo si lamentava con le vicine per la sua vita difficile. Venerdì, di buon mattino, vestì le figlie con grembiulini di cotone a fiori e sandaletti, le pettinò accuratamente. Aspettò che il marito uscisse, poi le caricò nella sua Peugeot 205 color canna di fucile e le portò in un viottolo di campagna, a pochi chilometri da casa. Fermò l’auto, collegò un tubo allo scappamento e lo infilò nell’abitacolo. Accese il motore. Un contadino che si recava ad innaffiare le viti vide l’auto due ore dopo: la Pendolino al posto di guida, Ginevra in braccio, Nadine nel seggiolino accanto a lei, Miriam allungata sul sedile dietro. I visi e le gambe segnati da vaste ecchimosi rossastre provocate dal gas. Istruzioni per il funerale dentro alla borsetta della Pendolino: «Per me basta una maglietta e un jeans, ma le bambine devono indossare i vestiti buoni». Nel portabagagli, una valigia con le rotelle, qualche pannolino, una felpa rossa, una gonnellina di jeans e un salvagente a forma di papera. Nella mattinata di venerdì 11, lungo la strada che collega Liberi a Castel di Sasso, a 25 chilometri da Caserta.