7 marzo 2001
Polverino Maria, di anni 51, di Napoli. Una casa nel quartiere Pianura, sposata con Francesco, di anni 53, impiegato comunale
Polverino Maria, di anni 51, di Napoli. Una casa nel quartiere Pianura, sposata con Francesco, di anni 53, impiegato comunale. Un figlio, Giuseppe, di anni 23, disoccupato, un passato di droga e comunità terapeutiche, sofferente di schizofrenia paranoidea, da due anni in cura da uno psichiatra. Giovedì sera, dopo un litigio con la madre, il Polverino uscì di testa. Andò nella camera dei genitori dove lei s’era rifugiata a piangere. Chiuse a chiave la porta, le mise le mani intorno alla gola e continuò a stringere anche dopo che lei s’era afflosciata sul pavimento. Il padre, ch’era in giardino, sentì il rumore e sfondò la porta. Vedendolo, il figlio si decise finalmente a lasciare il collo della madre, ma solo per avventarsi su di lui: «Ti devo salvare, anche tu sei buono come la mamma». L’opera di redenzione fu interrotta soltanto dall’arrivo dei carabinieri.