7 marzo 2001
Quartarone Alessandro, di anni 19. Figlio di un ristoratore di origini siciliane, militare di leva nella sua città, Alessandria, una passione per il calcio
Quartarone Alessandro, di anni 19. Figlio di un ristoratore di origini siciliane, militare di leva nella sua città, Alessandria, una passione per il calcio. Giocando a pallone come dilettante, aveva conosciuto Pantisano Leonardo, di anni 19, originario di Ovada. All’inizio di luglio l’aveva ritrovato nella caserma Valfrè, anche lui in servizio militare, col grado di caporale. I due erano diventati amici, e ogni sera Alessandro passava al ristorante del padre, ”La bella Napoli”, per portagli la pizza in caserma. Lunedì mattina, nell’area addestrativa di Forte Bormida, si teneva un’esercitazione ”in bianco”: coi fucili, ma senza proiettili. Invece, a un certo punto, dall’arma del Pantisano partì un proiettile che attraversò la scapola destra del Quartarone, uscendo poi dall’ascella sinistra. Quando seppe che l’amico era morto, il Pantisano picchiò la testa contro il tavolo e rimase muto.