Goffredo Buccini, Corriere della Sera, 08/09/2000., 8 settembre 2000
Dall’autunno del 1949, quando le parlò per la prima volta, fino al 1994, quando si smarrì nell’Alzheimer, Ronald Reagan tempestò la moglie Nancy di messaggi d’amore
Dall’autunno del 1949, quando le parlò per la prima volta, fino al 1994, quando si smarrì nell’Alzheimer, Ronald Reagan tempestò la moglie Nancy di messaggi d’amore. Li scriveva ovunque, in ogni momento: sulla carta intestata della Casa Bianca («Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo – e, a parte questo, ti amo»), in treno, in albergo, perfino, di nascosto, in un angolo del letto matrimoniale. Le lasciava biglietti sul vassoio della colazione («Devo toccarti quando mi sveglio oppure esplodo», «non ne ho abbastanza di baciarti, ti adoro, mia compagna di stanza») e sulle poltrone dell’Air force One: «Cara First Lady, una volta ti ho detto che questo matrimonio è come il sogno che da adolescenti si ha di un matrimonio perfetto. ancora così». «Con te, il sole, la luna e le stelle appaiono insieme», «per me è sempre Natale, perché Iddio mi ha dato te». I messaggi erano spesso arricchiti da disegnini, fumetti e cornici infantili. Molteplici e felicemente sciocchi gli appellativi: «Mammina», «poppy», «il tuo governatore innamorato». Dice Nancy, che ha raccolto le lettere in un libro: «Sono i ricordi di un tempo felice, e soprattutto, conservano la voce del Ronnie che amo».