8 marzo 2001
Di Maggio Giuseppe, di anni 42. Rampollo di una vecchia famiglia mafiosa di Cinisi, Palermo, gestiva una pompa di benzina
Di Maggio Giuseppe, di anni 42. Rampollo di una vecchia famiglia mafiosa di Cinisi, Palermo, gestiva una pompa di benzina. Nel 1981 suo padre, il boss Di Maggio Procopio, tradì l’amico Badalamenti Tano per schierarsi con Riina Totò, che lo ricompensò procurandogli bei lavoretti per conto di Cosa Nostra. Due settimane fa, Giuseppe andava per una strada di campagna col suo motorino quando fu fermato da un gruppetto di mafiosi. Lo fecero scendere e gli legarono mani, piedi e collo con un’unica corda, in modo che si strozzasse coi suoi stessi movimenti. Poi lo torturarono per farlo agitare più in fretta. Infine, lo chiusero in una grossa busta di plastica e lo lanciarono in mare, sicuri che ci sarebbe rimasto per sempre. Quello invece tornò a galla qualche giorno dopo: i gas prodotti durante la decomposizione avevano traformato il sacco in un palloncino gonfio.