8 marzo 2001
Fiorella Massimo, di anni 25. Tossicodipendente e disoccupato, si comprava la droga coi soldi di suo padre Vincenzo, di anni 54, gestore del bar più popolare nel rione Addolorata, centro storico di Cerignola, Foggia
Fiorella Massimo, di anni 25. Tossicodipendente e disoccupato, si comprava la droga coi soldi di suo padre Vincenzo, di anni 54, gestore del bar più popolare nel rione Addolorata, centro storico di Cerignola, Foggia. Gliene chiese altri intorno alle cinque di mercoledì mattina, prima che Vincenzo andasse a vendere cornetti e caffè ai braccianti agricoli. Cominciarono il loro litigio quotidiano, che fu come sempre sedato da Di Palma Rosa, di anni 49, moglie di Vincenzo. All’ora di pranzo s’incontrarono di nuovo e ripresero a discutere. Massimo però s’era fatto violento: il padre chiamò i carabinieri. Prima che arrivassero, si mise in mezzo anche l’altra figlia di Vincenzo, Maria Patrizia, di anni 28, sposata da pochi mesi con un albanese, un figlio di un anno, una casa a pochi metri dall’abitazione di genitori e fratello, la stessa abitudine a chieder denaro. Pure lei ce l’aveva col padre: disse la sua e poi tornò dal marito. A quel punto però Vincenzo s’era proprio stufato: prese dunque la pistola e sparò cinque colpi a Massimo, che si trovava in cucina accanto alla madre. Poi si diresse verso la casa di Maria Patrizia. Quando arrivarono i carabinieri l’aveva già uccisa con quattro pallottole in testa.