8 marzo 2001
Ferrua Pierluigi, di anni 28. Da quando i suoi genitori avevano divorziato, viveva in una villetta di due piani ad Albenga, Savona, insieme alla madre, Botto Margherita, di anni 66, e i fratelli Adriano, di anni 26, e Claudia, di anni 30
Ferrua Pierluigi, di anni 28. Da quando i suoi genitori avevano divorziato, viveva in una villetta di due piani ad Albenga, Savona, insieme alla madre, Botto Margherita, di anni 66, e i fratelli Adriano, di anni 26, e Claudia, di anni 30. Il padre, Ferrua Paolino, di anni, 63, floricoltore, s’era preso una vecchia roulotte e s’era piazzato proprio di fronte a casa loro. Separati da dieci anni, la Botto e il Ferrua avevano ancora la forza di litigare sulla divisione dei beni. Il Ferrua era particolarmente incavolato perché, diceva, la famiglia gli aveva rubato alcune serre e lo aveva costretto a vivere «come un barbone». Venerdì mattina, Pierluigi prese a spostare alcuni vasi di fiori in giardino: Paolino si mise in testa ch’era una provocazione. Andò a prendere il fucile da caccia che conservava gelosamente nella sua roulotte, riattraversò la strada e lo ammazzò al primo colpo. Poi sparò verso Claudia, che cadde svenuta per l’emozione: il padre la credette morta e non s’accanì. Quindi, un proiettile contro la schiena della Botto, che se la stava svignando, e un altro alla testa di Adriano. Ripose il fucile. Dopo un po’ s’accorse che il figlio minore non era mica morto. Riafferrò il fucile per completare l’opera ma fu bloccato da un vicino di casa.