8 marzo 2001
Giuseppina, di anni 76. Vedova, viveva a Novara, al terzo piano di un’elegante palazzina dell’Ottocento
Giuseppina, di anni 76. Vedova, viveva a Novara, al terzo piano di un’elegante palazzina dell’Ottocento. Tre settimane fa incontrò sul pianerottolo due sconosciuti, un uomo e una donna, giovani, cordiali, eleganti. I due si offrirono di accompagnarla in banca a prelevare tutti i suoi risparmi in lire, che loro avrebbero poi cambiato in più moderni Euro. Lei si fidò. Al rientro in casa i due vollero dare un’occhiata ai gioielli di famiglia, «potrebbero esser falsi, non si sa mai». Subito dopo le consegnarono un mucchietto di banconote colorate, la baciarono sulla guancia, andarono via. Più tardi Giuseppina si accorse che le banconote erano carta straccia e che la scatola dei gioielli era vuota, da allora per la disperazione non volle più uscire di casa. Domenica scorsa afferrò un coltello da cucina, si segò le vene di entrambi i polsi, infilò la testa in un sacchetto di plastica e si lasciò soffocare. Un biglietto ai parenti: "Non posso sopportare di essere stata raggirata così dopo una vita spesa onestamente. La vergogna è troppo grande. So di darvi un grande dolore, ma temo di impazzire". Mattinata di domenica 22 ottobre, a Novara.