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 2001  marzo 08 Giovedì calendario

Sacchi Giovanni, di anni 27, tratti regolari, barba incolta e sguardo greco. Figlio di un chimico e di una casalinga, dopo un’adolescenza passata a strimpellare Bob Dylan, s’era diplomato in chitarra classica al conservatorio di Cuneo

Sacchi Giovanni, di anni 27, tratti regolari, barba incolta e sguardo greco. Figlio di un chimico e di una casalinga, dopo un’adolescenza passata a strimpellare Bob Dylan, s’era diplomato in chitarra classica al conservatorio di Cuneo. Oltre a dar lezioni di musica negli asili della provincia e negli stages di ”MusicaInsieme”, girava per le sagre paesane suonando con sei amici nella ”Premiata salumeria agricola”, specializzata nelle cover degli anni ’60. Nei ritagli di tempo, seguiva un corso di musicoterapia, sperando gli servisse per gli handicappati di cui si occupava come volontario. Sei mesi fa, frequentando un gruppo di preghiera a Chiusa Pesio, s’era fidanzato con Barale Chiara, di anni 26, aspirante infermiera con occhi trasparenti e diploma da maestra, figlia di un autotrasportatore cuneese. Innamorati, ferventi cattolici, attivi nell’associazione ”Fede e Luce”, quest’estate se n’erano andati a fare i piccioncini al Giubileo dei Giovani. Mercoledì scorso, dopo un pomeriggio insieme, cenarono al Pizza Express di viale Nizza. Poi, con la Fiat Tipo bianca del Sacchi, s’andarono a infrascare tra gli alberi del viale che porta al santuario di Madonna della Riva. Per non incontrar nessuno, posteggiarono l’auto tra due alberi, proprio in mezzo a un pantano. Si tolsero le scarpe, reclinarono i sedili. Alle 22 e 30 s’affacciò al finestrino un viso rotondo, zigomi larghi, occhi sporgenti e capelli in disordine. Dopo un attimo d’esitazione, il tizio bussò al vetro con la sua pistola. Il Sacchi fece per accendere la macchina, ma fu fermato da un proiettile che gli centrò la faccia. Un secondo colpo s’andò a conficcare nel femore della Barale. Lei si coprì la faccia con la mano destra e perciò il terzo entrò dal gomito, le percorse l’avambraccio e si fermò nella gola. La Barale fece la morta e aspettò che quello se ne andasse. Poi si tolse di dosso il corpo del Sacchi, aprì la portiera e tentò invano di chiamare aiuto. Alla fine, optò per il cellulare. Nella notte di Ognissanti, lungo una strada isolata nei pressi del torrente Stura a Madonna della Riva, appena fuori Cuneo.