Sebastiano Messina, la Repubblica, 01/11/2000., 1 novembre 2000
«Era un pomeriggio di un giorno di festa e mi trovavo nella camera dei bambini, dove la tata, un ragazzona alta e corpulenta, venuta giù dalle vicine montagne, faceva la maglia seduta su una poltrona di cuoio
«Era un pomeriggio di un giorno di festa e mi trovavo nella camera dei bambini, dove la tata, un ragazzona alta e corpulenta, venuta giù dalle vicine montagne, faceva la maglia seduta su una poltrona di cuoio. Lei teneva le sue grosse gambe un po’ socchiuse... Per la prima volta sentii in mezzo alle gambe una strana sensazione, come un formicolio che lievitava, che mi spinse a infilare le mie piccole mani, prima nella parte interna delle ginocchia e poi su su, lungo la lana che sapeva di baita di montagna» (Achille Occhetto).