8 marzo 2001
Ruggeri Camillo, di anni 35, schivo e riservato. Sua madre era morta da tre anni. Suo fratello minore, Gianluca, l’avevano trovato l’anno dopo riverso sulla strada, una siringa ancora piantata in vena
Ruggeri Camillo, di anni 35, schivo e riservato. Sua madre era morta da tre anni. Suo fratello minore, Gianluca, l’avevano trovato l’anno dopo riverso sulla strada, una siringa ancora piantata in vena. Divenuto anche lui tossicodopendente, di tanto in tanto lavoretti nei campi, più spesso piccoli spacci di droga, viveva col padre a Nibbiano, Piacenza. Domenica 5 prese la Seat Arosa del padre e se ne andò a un appuntamento, forse con uno spacciatore. Mentr’era ancora seduto al posto di guida, qualcuno gli sparò da fuori: il proiettile frantumò il vetro anteriore, gli attraversò la testa e uscì dal lunotto posteriore. Il tizio scaraventò il cadavere a terra e diede fuoco all’auto. Tra le 8 e le 9 di sera in una stradina sterrata a due passi dai cascinali di Busello, frazione dell’alta Val Tidone, Piacenza.