Paola Zanuttini, Il VenerdÏ, 10/11/2000., 10 novembre 2000
Il matrimonio tra la pittrice Giosetta Fioroni e l’ingegner Ippolito Nievo durò solo tre anni: «Nel ’56 andai alla Biennale dove avevo esposto tre quadri e presi una cotta per un pittore bellissimo
Il matrimonio tra la pittrice Giosetta Fioroni e l’ingegner Ippolito Nievo durò solo tre anni: «Nel ’56 andai alla Biennale dove avevo esposto tre quadri e presi una cotta per un pittore bellissimo. Andammo tutti a cena e poi a ballare: lo vidi da lontano che si alzava e pensai ”Sarebbe meraviglioso se invitasse me”. Mi arrivò davanti e disse: ”Come sei carina, vuoi ballare con me?”. Io quasi gli svenni tra le braccia. Non ci siamo mai lasciati, per due giorni». Abbandonato il marito con pochi rimpianti («era già da un po’ che ci pensavo») se ne andò a Parigi: «Il bel pittore naturalmente prese il largo ma mi consolò Germano Lombardi, scrittore. Una persona strana, speciale. Siamo stati insieme sette anni». Poi conobbe Goffredo Parise: «Lo incontrai a casa di un’amica. Era antipaticissimo: ”Queste scarpe le ha comprate da Ferragamo, costano eh? Questa stoffa è scadente, invece? Io la osservo, sa, la vedo anche al bar Rosati quando fa la pittrice. Ma la fa sul serio la pittrice?”. Insopportabile. Poi cominciammo a vederci. Siamo stati insieme 24 anni... ci sono stati molti drammi... però è stato l’uomo della mia vita. E io la donna della sua». Quando Parise si ammalò, lei lo curò insieme ad Omaria, giovane donna di Ponte di Piave: «Con questa buonissima ragazza ci siamo messe a fargli da mamma e da figlia». «A un certo punto si era innamorato di lei. Disse: ”Mi è successa una cosa terribile, me ne vado”. Ci rimasi malissimo, ma avevo una fiducia quasi metafisica nel nostro amore che durava da 16 anni. Lui sparì, io me ne andai a Bologna ed ero così disperata che la sera mi mettevo le calze nere e i tacchi alti e andavo un po’ a dragare. Dragai subito uno studente. Aveva 27 anni, io 44. Iniziò una storia un po’ infelice, però vera. Andavo nella sua pensione, si faceva l’amore, piangevo sempre e si mangiavano tortellini. Dopo un mese mi chiamò Parise chiedendomi notizie. ”Sto benissimo, ho un ragazzo di 27 anni, arrivederci e grazie”. Dopo tre ore era a Bologna. Siamo stati felicissimi per dieci giorni. Poi è ripartito».