Franco Marcoaldi, la Repubblica, 17/11/2000., 17 novembre 2000
Il filosofo Arthur Schopenhauer, testa grossa e gambe corte e tozze, maturò fin da piccolo un odio feroce per le donne grazie a sua madre Troisener
Il filosofo Arthur Schopenhauer, testa grossa e gambe corte e tozze, maturò fin da piccolo un odio feroce per le donne grazie a sua madre Troisener. Mondana, emancipata, ambiziosa, con velleità letterarie, «la mia signora madre dava ricevimenti mentre mio padre si spegneva lentamente in solitudine. Questo è l’amore delle donne». Subito dopo il suicidio del padre lei gli portò in casa il giovanissimo amante («Come la seppia, la donna si avviluppa nella simulazione e nuota a suo agio nella menzogna»). Misoginia e proclami («alle donne come ai preti non va fatta alcuna concessione») non lo tennero tuttavia lontano dalle femmine. Cominciò con un amore platonico per Caroline Jagermann, primadonna dell’Hoftheater di Weimar. Poi, focosa relazione con una giovane cameriera di Dresda e spiacevole avventura con Teresa Fuga, dama veneziana di facili costumi che gli preferì Lord Byron. Pur ritenendo il matrimonio «una trappola che la natura ci tende», rischiò perfino di sposarsi con una nobildonna inglese incontrata a Firenze: una grave malattia di lei gli diede agio di rinunciare. Infine, due paternità indesiderate e un processo (perso) intentatogli da una sarta sua vicina di casa, prima posseduta e poi inopinatamente malmenata.