8 marzo 2001
Nencioni Aurora, di anni 43. Brunetta vivace e assai carina, viveva in un appartamento di Mostacciano, Roma, insieme a un gatto dal pelo rosso
Nencioni Aurora, di anni 43. Brunetta vivace e assai carina, viveva in un appartamento di Mostacciano, Roma, insieme a un gatto dal pelo rosso. Impiegata in un’agenzia di viaggi vicino casa, parlava cinque lingue e amava girare il mondo. Seria, spesso sola, seguiva un corso di yoga e uno di percussioni e ritmi africani. L’anno scorso a Stromboli aveva conosciuto Guidotti Claudio, di anni 44, fotografo e riparatore di canoe, cicciottello e un po’ fricchettone, una passione per gli aquiloni, il parapendio e i piccoli furti, separato senza figli, una casa a Cantalupo in Sabina, Rieti. Dopo una breve convivenza a casa di lei, il Guidotti aveva rubato una macchina fotografica ed era finito agli arresti domiciliari. Lei aveva continuato a fargli visita fino ad agosto. Poi aveva smesso, forse perché lui era troppo appiccicoso, forse perché non le piaceva d’aver per fidanzato un ladro. Il Guidotti però la tormentava che voleva tornare con lei ed era pure convinto di spuntarla. Si presentò in casa della Nencioni intorno alle 16 di sabato 25. Litigarono per l’ennesima volta: piegando un plaid, lei gli disse che s’era scocciata. Il Guidotti tirò fuori il laccetto di nylon da parapendio che si portava sempre appresso e la strozzò. Poi l’adagiò sul divano a faccia ingiù, allineò le pantofole ai suoi piedi, diede da mangiare al gatto perché non scocciasse, aprì le finestre per evitare che il calore dei termosifoni accelerasse la decomposizione del cadavere e se ne andò. Al piano terra di un’elegante palazzina circondata da siepi e alti pini all’estrema periferia sud di Roma.