Roberto Di Caro, LíEspresso, 27/12/2000., 27 dicembre 2000
Emilio Salgari non fu «un fantasioso ma diligente scrivano d’avventure per ragazzi» come vollero dipingerlo i suoi editori ma, secondo gli ultimi studi, un «alcolizzato, fosco, perverso, bugiardo, sprecone»
Emilio Salgari non fu «un fantasioso ma diligente scrivano d’avventure per ragazzi» come vollero dipingerlo i suoi editori ma, secondo gli ultimi studi, un «alcolizzato, fosco, perverso, bugiardo, sprecone». Asociale e amante delle bevute, aveva la mania di nascondere la sua bassa statura con perenni tacchi alti, di millantare viaggi e titoli di studio. Pretendeva d’esser chiamato con «roboanti pseudonimi» di sua invenzione, come ”Ammiragliador” e ”Capitano Guido Altieri”: una volta sfidò a duello il cronista veronese Giuseppe Biasioli che s’era permesso di dargli del mozzo. Tornato «dai suoi viaggi di mare ove si era alcolizzato orribilmente», s’innamorò dell’attrice Ida Peruzzi. Lei, bruna, carina ed esuberante, era prossima alla ninfomania. Secondo i medici che poi l’ebbero in cura, infatti, «fu in quel tempo che s’accese d’amore in maniera tale che non poté più contenersi... Risultato di ciò fu il parto che ebbe all’età di 19 anni». Si sposò con Salgari quattro anni dopo: «La sorella dice che facesse una vita assai agitata col marito. Continuamente si bisticciava con lui. Era assai amante del piacere carnale, e siccome suo marito non riusciva più a soddisfarla, essa era obbligata ad applicarsi bende bagnate d’acqua fredda, ciò che le riusciva assai tormentoso». Entrambi fragili, duplici e scissi, «innamorati ma viziosi, alcolizzati ma genitori di quattro figli, coppia famosissima ma senza status sociale né un quattrino in tasca», vivevano in un mondo immaginario che li rendeva complici. Lui l’amava profondamente, la chiamava Aida e le passò la sifilide. Lei, «assai intelligente, aiutava il marito a comporre i suoi romanzi». Quando in casa arrivavano in visita le scolaresche, Emilio la obbligava a travestirsi da ”Perla di Labouan”. Col progredire della malattia, Aida impazzì del tutto. Divenne «clamorosa, erotica, irrequieta, trasandata, bestemmiatrice, impudica». Il 19 aprile 1911 i medici decisero d’internarla nel manicomio di Collegno, nei pressi di Torino. Sei giorni dopo, Salgari s’ammazzò, «squarciandosi a rasoiate gola e addome».