Luisa Pronzato, Sette, n. 48, 2000., 9 marzo 2001
Quand’era al liceo, Carlo Verdone aveva un’infatuazione segreta per Carla M., che stava nella classe di fronte alla sua
Quand’era al liceo, Carlo Verdone aveva un’infatuazione segreta per Carla M., che stava nella classe di fronte alla sua. «Ero così pazzo di lei che ogni giorno la inseguivo mentre andava a prendere il bus, il 98. La osservavo. Per tre anni mi sono accontentato di guardarla, pensando ai discorsi che avrei voluto farle. Poi decisi di svelarmi. Le mandai un disco, From me to you dei Beatles. Ma firmai semplicemente Carlo. Ringraziò un altro Carlo. Mi diedi dell’imbecille. Non ne potevo più di studiare l’elenco telefonico per scoprire dove abitava. La fermai e le dissi che il Carlo del disco ero io. Non fu particolarmente stupita ma mi chiese il motivo. E io di nuovo non seppi svelarmi. Farfugliai che lo avevo doppio. Così se ne andò». Un nuovo incontro vent’anni dopo, in un cinema di Ostia: «Una ragazza mi si è avvicinata per l’autografo, era Carla M. l’ho riconsciuta quasi subito. L’ho fatta fermare, promettendole una dedica particolare. Lei, rossa in volto, è rimasta in un angolo mentre ero assalito dai fan». «Mi piaceva che le parti si fossero invertite: io desiderato dal pubblico e lei lì ad aspettarmi. Scrissi solo una dedica, lei mi passò un bigliettino con un numero di telefono e l’ora in cui potevo chiamare. Era sposata. Non l’ho baciata».