Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

Quando aveva poco più di 16 anni, il futuro scrittore John Ronald Reuel Tolkien, bella fronte, serioso e delicato, da tempo orfano, lasciò il suo tutore, padre Francis, per andare ad alloggiare presso una quieta famiglia di Birmingham. Nella stessa casa, «un’altra pigionante, anche lei orfana, ma figlia illegittima»: Edith Bratt, 19 anni, minuta, slanciata, ottima pianista, aria infantile, «sempre come appena svegliata». Alla vista di lei, Tolkien scoprì di non esser più timido. Per un po’ si frequentarono «con molto assurde chiacchierate». Il colpo di fulmine, un incontro in una notte dell’estate 1909: «Lei pencolava dalla finestra del piano di sotto, i capelli corti castani s’inclinavano sopra la guancia e gli occhioni verdi, che lui dal piano di sopra in precario equilibrio rimirava, del tutto inebetito [...] Parlava e parlava. Ma neppure così resistette: diede all’aria tre grandi baci». Dopo poco, padre Francis fu informato dell’amore clandestino tra il suo protetto e una fanciulla tre anni più grande di lui. Furioso, gli vietò di rivederla. Lei gli passava accanto con l’aria disperata, in testa un cappellino di tweed. Per il suo diciottesimo compleanno riuscì tuttavia a fargli avere una penna in regalo. Lui un orologio. Si scambiarono di nuovo qualche parolina dolce. Altra spiata: padre Francis fece in modo che Edith cambiasse casa. Nel 1910 Tolkien partì per Oxford. Dopo tre anni le spedì una lettera d’amore. Edith lo informò ch’era fidanzata, promessa sposa. Tolkien prese il treno per raggiungerla: la trovò alla stazione, senza fidanzato. Tornò felice a Oxford, dove si laureò in studi classici. Aveva appena iniziato a scrivere il Viaggio di Earendel quando l’Inghilterra dichiarò guerra alla Germania. Prima di partire per la Francia col grado di sottotenente, volle sposarsi Edith, perché era sicuro di non tornare. Morì a 81 anni, due anni dopo di lei.

GEMINELLO ALVI