Maurizio Molinari su La Stampa del 9/3/2001 a pagina 11., 9 marzo 2001
Secondo numerosi ricercatori Usa la clonazione di un essere umano porterebbe a questi risultati: su cento embrioni umani clonati la maggioranza diventerebbero aborti spontanei a causa di anomalie genetiche o fisiche, mettendo a rischio la vita delle donne che hanno accettato di portare avanti la gravidanza
Secondo numerosi ricercatori Usa la clonazione di un essere umano porterebbe a questi risultati: su cento embrioni umani clonati la maggioranza diventerebbero aborti spontanei a causa di anomalie genetiche o fisiche, mettendo a rischio la vita delle donne che hanno accettato di portare avanti la gravidanza. Solo pochi embrioni arriveranno alla fine della gravidanza ma con placente allargate e fegati ingrossati. Non più di tre o quattro sopravviveranno alla nascita. Il neonato-clone sarà mostruosamente grande (peserà sette chili) e morirà in breve tempo per problemi cardiaci o ai vasi sanguigni, per ingrossamento dei polmoni, diabete, carenza di difese immunitarie. Secondo Michael West, presidente di una società privata di biotecnologie nel Massachusetts, il clone umano che dovesse sopravvivere «lo riconosceremo sulla spiaggia da un ombelico due o anche tre volte più grande del nostro» (la deformazione del cordone ombelicale è costante nella maggioranza delle clonazioni animali, le ragioni non si conoscono).