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 2001  marzo 09 Venerdì calendario

Secondo la sinologa Enrica Collotti Pischel, docente all’Università Statale di Milano, «In Asia si dà una valutazione relativa del valore della vita umana in sé

Secondo la sinologa Enrica Collotti Pischel, docente all’Università Statale di Milano, «In Asia si dà una valutazione relativa del valore della vita umana in sé. In Cina l’infanzia non è percepita come qualcosa di sacro, ma anzi il bambino è una sorta di macchina produttiva in preparazione». «Nelle città la Repubblica Poplare ha gfarantito a tutti l’accesso alla scuola elementare, spesso anche alle medie. Ma in Cina le scuole non sono uguali per tutti: ci sono istituti per allievi più dotati, dove studiano i figli degli intellettuali o quelli dei quadri del partito, e scuole di seconda classe. Nelle campagne, fino al 1958, l’anno della nascita delle "comuni", la situazione era drammatica. Poi con le comuni, attraverso la "mobilitazione popolare", ogni villaggio ebbe un sergente dell’esercito che faceva lezione ai bambini. Dopo il 1980, con l’attacco al sistema delle comuni, si criticò il sistema scolastico. Scadente, ma meglio di niente. E ora che non esistono più le "campagne di mobilitazione" manca anche il sergente dell’esercito». «Lo Stato cinese, chiaramente, non ha soldi per tutti, e magari gli istituti di proivince più sviluppate non si trovano nella condizione di dover raggranellare denaro per sostenersi. Ma il sistema educativo cinese non è al collasso, il sistema di base funzione. Quello che resta da fare, soprattutto nelle campagne, è uno sforzo analogo all’alfabetizzazione forzata del Giappone a fine ’800».