12 marzo 2001
Santa Pagnucco, di anni 40, una professoressa d’inglese senza marito, bella, bruna e con le labbra carnose, alla metà di maggio venne trovata distesa nel bagno di casa sua, tra il water e il bidè, con indosso dei fuseaux, la maglietta e un paio di mocassini, la giugulare recisa e la testa spaccata
Santa Pagnucco, di anni 40, una professoressa d’inglese senza marito, bella, bruna e con le labbra carnose, alla metà di maggio venne trovata distesa nel bagno di casa sua, tra il water e il bidè, con indosso dei fuseaux, la maglietta e un paio di mocassini, la giugulare recisa e la testa spaccata. Dopo aver sospettato un professore di ginnastica di anni 46 con cui la professoressa aveva avuto una storia, la scorsa settimana la polizia ha arrestato un ragazzo di sedici anni e mezzo, il cui nome - trattandosi di un minore - non è stato reso noto. Costui ammise di averla ammazzata e raccontò d’aver perso la testa per via di un rimprovero ossessivo durante la ripetizione pomeridiana: non gli riusciva di dire in una certa maniera una frase d’inglese e quella insisteva a fargliela ripetere giusta e a sgridarlo. A un certo punto, essendo lei andata in bagno, lui l’aveva seguita e, assaltandola alle spalle, le aveva dato dei colpi al collo con un temperino multiuso svizzero, di quelli semplici semplici con giravite, pinzetta, apribottiglia e lama piccola. Non le aveva procurato che dei graffi, perchè la lama del temperino svizzero è troppo corta, tuttavia, essendosi Santa girata con decisione e avendolo spinto e preso per i capelli fino a strappargliene una ciocca, lui s’era arrabbiato molto, l’aveva buttata a terra con una spinta, le aveva preso la testa e tagliata la gola, le aveva infine sbattuto il capo sull’orlo della vasca, probabilmente ammazzandola già a quel punto. In ogni caso era anche andato in cucina a prendere un mattarello e con quello le aveva poi spaccato la testa. La polizia riuscì a prenderlo per questo: durante un interrogatorio, essendolgi venuta sete, gli agenti gli avevano portato dell’acqua e avevano poi confrontato le impronte sul bicchiere con quelle lasciate sulla tavoletta del water. In un’altra chiazza di sangue c’era l’impronta di una scarpa da ginnastica Nike. Ed era del paio che il sedicenne teneva in casa. Egli s’era infatti liberato dei jeans e del temperino, buttandoli in un cassonetto, ma, piacendogli le Nike in modo particolare, aveva sperato di poterle conservare e s’era dato a spennellare di bianchetto una macchiolina di sangue che era rimasta sul lato della scarpa. Però invano (al quinto piano di un condominio di viale Ungheria a Udine, martedì 13 maggio, pomeriggio).