Cinzia Dal Maso su Il Sole 24 Ore dell’11/3/2001 a pagina XI., 11 marzo 2001
I popoli nomadi del passato seppellivano i loro capi in tombe monumentali, dopo averli mummificati e circondati di tutto quanto potesse servirgli nel viaggio per l’Aldilà: vestiti, scarpe, pellicce, elegantissimi copricapo, cuscini in legno e cuoio, borracce di pelle, tazze e bicchieri di legno, tavolini smontabili con il piano dai bordi rialzati per trasformarsi, all’occorrenza, direttamente in piatto
I popoli nomadi del passato seppellivano i loro capi in tombe monumentali, dopo averli mummificati e circondati di tutto quanto potesse servirgli nel viaggio per l’Aldilà: vestiti, scarpe, pellicce, elegantissimi copricapo, cuscini in legno e cuoio, borracce di pelle, tazze e bicchieri di legno, tavolini smontabili con il piano dai bordi rialzati per trasformarsi, all’occorrenza, direttamente in piatto. C’erano poi l’incensiere dove bruciare i semi di canapa in segno di purificazione, le armi, i monili in oro (decorati con animali reali o fantastici) e le bardature per i cavalli. I cavalli, espressione della potenza del principe e simbolo della sua lotta quotidiana per la sopravvivenza nelle steppe, venivano seppelliti insieme al padrone: ce n’erano fino a venti sepolti in una sola tomba, completi di morsi, pendenti di briglie, ghirlande di legno dorato, tappeti da sella e selle in feltro con applicazioni e ricami. Alcuni portavano anche scenografiche maschere con corna posticce in legno dorato, che li trasformavano in giganteschi stambecchi.