12 marzo 2001
Iacono Attilio detto Lily, prostituta di anni 31, a vederlo decisamente maschio, batteva invece su viale Sassetti e viale Umbria (hinterland milanese), lo si riconosceva anche da lontano per via dei capelli, lunghi e lisci lisci, di color nero
Iacono Attilio detto Lily, prostituta di anni 31, a vederlo decisamente maschio, batteva invece su viale Sassetti e viale Umbria (hinterland milanese), lo si riconosceva anche da lontano per via dei capelli, lunghi e lisci lisci, di color nero. La polizia lo conosceva, i genitori sapevano. Il padre Tommaso è un operaio in mobilità. Martedì scorso gli si presentarono gli amici del figlio: Attilio è sparito, non risponde al telefono, dicevano. Il padre e i ragazzi andarono a cercarlo in casa sua, quinto piano di via Corsico 86, e lo trovarono sul letto morto ammazzato, il cranio sfondato, un buco in gola, il lenzuolo che lo ricopriva pieno di sangue solido, il corpo già mezzo decomposto con le chiazze verdi della putrefazione sull’addome. La polizia spiegò ai genitori piangenti che gli avevano dato prima una sediata in testa, che la sedia s’era rotta e che l’assassino doveva essere rimasto con una gamba in mano. Con questa aveva continuato a colpire e con uno spunzone del legno gli aveva poi tagliato la gola. S’andò a cercare l’amante del morto, un Alberto di 31 anni, che faceva l’edicolante, adesso è senza lavoro, costretto a vivere a casa dei genitori, con a carico un figlio piccolo di quattro anni. Costui dopo un poco confessò. Dice che amava Lily e che costei lo riceveva, ma con quella distanza, con quella freddezza, con quel disprezzo che possono avere le amanti indifferenti. Lui le portava la coca e la annusavano insieme. «E dove l’hai conosciuto?» «In viale Abruzzi». La ammazzò per questo: le aveva portato a casa un pezzo di pizza calda e cinque grammi di coca, e aveva l’idea di farla felice e di passare una serata di amori e baci. Lyli invece si mangiò la pizza tutta sulle sue e se ne andò a dormire sempre con quell’aria piena di noia. Allora Alberto, l’infelicissimo, il mattino dopo fece quello che fece.