Natalia Aspesi su la Repubblica del 12/3/2001 a pagina 31., 12 marzo 2001
Dario Fo a proposito di Paolo Grassi, fondatore e direttore con Strehler del Piccolo Teatro di Milano: «Come autore, ho debuttato sul palcoscenico proprio al Piccolo: Paolo Grassi mi aveva visto al teatro Odeon in uno spettacolo in cui avevo ripreso i monologhi del "Poer nano", nati per la radio e dalla radio censurati dopo 18 puntate
Dario Fo a proposito di Paolo Grassi, fondatore e direttore con Strehler del Piccolo Teatro di Milano: «Come autore, ho debuttato sul palcoscenico proprio al Piccolo: Paolo Grassi mi aveva visto al teatro Odeon in uno spettacolo in cui avevo ripreso i monologhi del "Poer nano", nati per la radio e dalla radio censurati dopo 18 puntate. Fu lui ad offrirci in affitto il Piccolo nei mesi di chiusura estiva, per aiutarci ma anche per tenere occupati i tecnici e le maestranze. Nel giugno del ’53 andammo in scena in via Rovello con la rivista "Il dito nell’occhio": quando cominciammo a provare, Strehler venne ad aiutarci con le luci, poi si nascondeva nei palchi per vederci lavorare, noi con le nostre battute surreali e i nostri costumi di sola calzamaglia. I milanesi, traumatizzati dal grande teatro, d’estate correvano al Piccolo, contenti di ridere con noi... Credo che il sogno di Paolo fosse quello di dedicarsi alla regia, ma davanti al talento di Strehler aveva preferito rinunciare, fargli da spalla, lasciare a lui lo spazio della creatività e della genialità per sobbarcarsi la parte più difficile, ma essenziale, quella di amministrare la vita del teatro. Era anche un gran signore, dava del lei a tutti, in un ambiente facilone come quello del teatro». Franca Rame: «Era molto simpatico, un gran parlatore, quando andavamo a cena insieme lo ascoltavo incantata. Se penso a lui ricordo soprattutto il suono delle nostre risate. Sapeva riconoscere il lavoro degli altri, persone come lui non esistono più, e non solo in teatro. Poteva essere terribile, severo, non ammetteva facilonerie, guai a sgarrare, ma tutti lo rispettavano, lo amavano. La sua massima qualità era di essere incorruttibile, nemico di ogni intrallazzo: infatti è morto povero e per questo penso sia stato un personaggio esemplare, unico. Anche quando si arrabbiava: lui e Strehler si chiudevano in una stanza e si menavano, poi uscivano a braccetto, contentissimi».