Enrico Mannucci, Sette n. 3/2001., 13 marzo 2001
«Una volta a Francoforte, alla fiera del libro, ero a un cocktail. A un certo punto noto un signore basso, tutto in blu, con una camicia di seta sgargiante e una pelata tirata a lucido
«Una volta a Francoforte, alla fiera del libro, ero a un cocktail. A un certo punto noto un signore basso, tutto in blu, con una camicia di seta sgargiante e una pelata tirata a lucido. Intorno a lui grandi omaggi, tutto un ”herr Professor”. Io non lo riconosco, mi incuriosisce. Vedo che ha accanto una signorina e lui, senza scomporsi, le mette una mano sulla schiena e poi comincia a palparle il culo. Lei sta lì senza ribellarsi. Dopo un po’, il signore cambia gruppo e alla prima donna che gli capita a tiro ricomincia il gioco di mano. Succede un’infinità di volte sotto i miei occhi. Alla fine, incontro un amico e gli chiedo chi è quel vecchio sporcaccione. ”Ma non lo riconosci? Theodor Adorno. Ha quella mania”» (Guido Davico Bonino, direttore dell’Istituto italiano di cultura a Parigi).