13 marzo 2001
Votta Fabrizio, di anni 25, detto il banana, aria punk, orecchino e sguardo mansueto, originario di Pianetto di Rovito, Cosenza, figlio di Votta Maria, maestra, e di Votta Franco, dirigente di un macello, due sorelle, Barbara e Maria Giulia
Votta Fabrizio, di anni 25, detto il banana, aria punk, orecchino e sguardo mansueto, originario di Pianetto di Rovito, Cosenza, figlio di Votta Maria, maestra, e di Votta Franco, dirigente di un macello, due sorelle, Barbara e Maria Giulia. Trasferitosi a Roma per l’università, s’era messo con Carboni Jadi, di anni 19, bolognese, studentessa fuori sede di Psicologia, aspirante ballerina: dopo un po’ s’era tatuato il nome di lei sul petto ed erano andati a vivere insieme a San Lorenzo. Quest’estate la Carboni, tutta sola in Spagna, aveva conosciuto Oliver, un mezzo punk tedesco, di anni 23, alto, snello, cresta gialla. Tornata a Roma aveva mollato il Votta. Quello però non se ne faceva una ragione e tornava spesso da Cosenza per tormentarla con telefonate e minacce. Il punk tedesco si ripresentò un paio di settimane fa: dopo qualche giretto per l’Italia, si stabilì a casa della Carboni. Il Votta a quel punto non ci vide più. La sera di lunedì scorso, dopo esser stato per tre ore attaccato al citofono o al telefono, ci fece a botte. La Carboni chiamò la polizia. Martedì mattina, poco dopo esser stato diffidato dai carabinieri, il Votta si ripresentò a casa di lei. Si misero a discutere nell’androne, sotto una statuetta della Madonna con lumetto votivo. A un certo punto lui tirò fuori il coltello a serramanico che si portava dietro da qualche settimana e colpì l’ex fidanzata per trenta volte, senza tuttavia riuscire ad ammazzarla. Subito dopo, mentre lei chiedeva aiuto, si recise la giugulare e si lasciò dissanguare dietro all’ascensore.