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 2001  febbraio 09 Venerdì calendario

La contessa italiana esce in giardino urlando e sbattendo la persiana (che poi gli altri due non riescono ad aprire) e scompare in accappatoio e pantofole

La contessa italiana esce in giardino urlando e sbattendo la persiana (che poi gli altri due non riescono ad aprire) e scompare in accappatoio e pantofole. Cominciano le ricerche, partono le ipotesi, tra le quali manca l’ipotesi di omicidio. La villa non viene perciò sequestrata, la scientifica non piomba fulminea sul luogo dell’eventuale delitto. Si fruga giù per il dirupo, si spezzano rami e rametti, si calpestano impronte, indizi, si favoleggia di un veliero nero che avrebbe raccolto la fuggiasca portandola chissà dove. Raggio, che è stato il primo ad avvisare i carabinieri (da Miami, e da dove sennò) arriva in volo, è sconvolto, accusa di inettitudine il messicano e la dama di compagnia, ma non manca di consultarsi con gli avvocati a proposito del testamento, dei vari testamenti. Viene ritrovato l’accappatoio con uno squarcio sulla schiena: scoglio o pugnale? Poi saltano fuori le ciabatte scompagnate e si continua a cercare nelle grotte sottomarine sotto il dirupo. Pochi accennano alle correnti, che intanto fanno la loro strada silenziosa per quattrocento chilometri. Quando un cadavere di donna viene ritrovato nei pressi di St. Tropez, nessuno degli inquirenti francesi (Maigret era in ferie, settimana bianca) lo collega alla contessa italiana, passano otto giorni prima che qualcuno glielo suggerisca. Comincia una guerra tra procure, anatomopatologi, polizie dei due Paesi, ministeri. Ma ormai non c’è più niente da fare per la lente di Sherlock Holmes, il cadavere è divorato dai pesci, la villa è stata ripulita da mastro lindo. Restano e resteranno per sempre sospese sulla scogliera le libere congetture di chiunque. La donna fuori di sé, barcollante sul sentiero, uno scivolone, la disgrazia; la donna attesa da un killer professionista tra lecci e pitosfori, una botta in testa, una spinta, l’omicidio; la donna perduta in un suo logorroico, bruciante rifiuto del mondo, un salto a capofitto, il suicidio. E l’eredità? Se ne saprà qualcosa, mai fino in fondo. Il ”caso” tornerà periodicamente sui giornali, affioreranno testimoni inverosimili, lettere smarrite, indagatori dilettanti di fervida fantasia. Nei mesi estivi, quando non succede niente, la contessa entrerà a far parte della silly season, la stagione delle notizie tenute su con lo scotch. Ci saranno ricostruzioni televisive, libri, forse un film, destinati comunque a deludere. Molti pretenderanno di raccontare ”La verità su Francesca”, ricostruire ”Il puzzle della contessa”. Per alcuni anni. Poi verrà lasciata riposare nella sua buia, insondabile pace.