13 marzo 2001
Comandini Emiliano, di anni 21. Moro, nasone, faccia simpatica, tifoso della Roma, appassionato di atletica, una parete di medaglie nella sua stanza
Comandini Emiliano, di anni 21. Moro, nasone, faccia simpatica, tifoso della Roma, appassionato di atletica, una parete di medaglie nella sua stanza. Diplomato in ragioneria, cameriere in un Autogrill, stava facendo il servizio militare nell’Aeronautica, caserma di Centocelle, Roma. Preciso, tranquillo, di poche parole, viveva coi genitori a Monteporzio Catone, Roma, ed era fidanzato con Roberta, bella parrucchiera ed estetista di Frascati. Nel primo pomeriggio di sabato, in tuta da ginnastica Adidas nera con strisce bianche e Nike celesti ai piedi, chiese la macchina al padre vigile urbano per andare a comprare un regalo. Parcheggiò la Nissan Primera rossa nei pressi del centro commerciale Cinecittà Due, ci lasciò giubbotto, chiavi, zaino, documenti e una lettera di cinque pagine. Invece di entrare a far compere, si diresse verso il palazzo dell’Inpdap che sta lì di fronte. Salì la chiocciola della scala antincendio, scavalcò il parapetto di cemento del quinto piano e si lanciò. Volo di venti metri.