13 marzo 2001
Motoc Tina, di anni 20. Albanese, bella, lunghi capelli lisci scuri, occhi grandi, labbra carnose sorridenti, naso all’insù, prostituta di lusso a Torino, il 16 febbraio finì chissà come tra le nigeriane accoccolate ogni notte attorno ai falò sulla statale 28, ai margini del bosco, indosso microgonna nera, maglietta grigia, tacchi a spillo
Motoc Tina, di anni 20. Albanese, bella, lunghi capelli lisci scuri, occhi grandi, labbra carnose sorridenti, naso all’insù, prostituta di lusso a Torino, il 16 febbraio finì chissà come tra le nigeriane accoccolate ogni notte attorno ai falò sulla statale 28, ai margini del bosco, indosso microgonna nera, maglietta grigia, tacchi a spillo. Qualcuno, forse un cliente, la trascinò in una fossa lì vicino, le ordinò di spogliarsi, le fece passare i collant intorno al collo. Siccome la Motoc non smetteva di respirare, quello si indispettì, la prese a calci e pugni, le ammucchiò tutti gli abiti sotto alle gambe e appiccò il fuoco. Nottata di venerdì 16 febbraio