Marco Imarisio, Corriere della Sera, 24/02/2001; Renato Rizzo, La Stampa, 24/2/2001., 24 febbraio 2001
Il sopralluogo nella villa e le chiacchiere dentro la caserma. I sospetti degli investigatori sono diventati indizi poco dopo l’ultimo sopralluogo, due giorni dopo il delitto
Il sopralluogo nella villa e le chiacchiere dentro la caserma. I sospetti degli investigatori sono diventati indizi poco dopo l’ultimo sopralluogo, due giorni dopo il delitto. Intorno a mezzogiorno di venerdì la polizia porta Erika e Omar nella villa, le fa ripetere la ricostruzione e la filma. Sperano che lei esiti, che si tradisca con qualche occhiata al fidanzato, ma lei ripete lucida e tranquilla la sua storia. Intorno all’una e venti i due fidanzati vengono portati in caserma per stendere il verbale: li lasciano soli in una stanza disseminata di microspie e loro si tradiscono con mezze frasi e atteggiamenti da complici. Alle 16, il procuratore della repubblica di Alessandria, Carlo Carlesi annuncia che «il caso è chiuso» e passa l’inchiesta ai giudici per i minori di Torino, che nella serata ordinano il fermo. «A tarda notte, dopo molte ore di interrogatorio, Omar, il primo a parlare, dice: ” stata lei”. Dopo tocca a Erika. Che agli investigatori ribatte: ” stato Omar”». Nella giornata di sabato, Omar continua a negare ”ogni coinvolgimento nella vicenda”: a uccidere sarebbe stata solo Erika, lui sapeva ma ha taciuto per proteggerla.